In occasione della fiera dedicata al vintage, l’Associazione Culturale “Fili e Spilli” sarà presente con le proprie associate mostrando ai visitatori, l’attività che da anni svolgono per la salvaguardia e il recupero di un’attività quale il merletto, sia con lavori realizzati, sia con dimostrazioni pratiche.
Il gruppo si è dedicato principalmente al merletto a fuselli (o tombolo) perché molto versatile e immediato nel suo apprendimento basilare che consente già il raggiungimento di buoni risultati, mentre occorrono tempo e dedizione per acquisire tutte le possibilità e varianti che la tecnica offre.
Noi non ci siamo limitate al merletto a fuselli ma spaziamo nel “mondo merletto” sconfinando in quello del ricamo perché questa è la nostra tradizione locale e sono due attività inscindibili per completare e arricchire i lavori eseguiti. Macramè, chiacchierino, ferri, uncinetto, modano, ago non mancano fra le nostre attività soprattutto per cercare di far conoscere questo versatile, divertente, stimolante mondo non solo agli adulti ma anche ai più giovani. Durante la tre giorni forlivese chi vorrà potrà, oltre che vederci al lavoro, cimentarsi con i fili per cominciare a capire “come si fa” compatibilmente con l’affluenza dei visitatori.
Lorella Simoncelli

BREVI NOTE SUL MERLETTO
Merletto, pizzo e trina sono sinonimi che identificano manufatti eseguiti senza il supporto del tessuto; le tecniche possono essere diverse quali il macramè (fili annodati a mano), il chiacchierino (nodi eseguiti con una spoletta a formare anelli e archetti), il modano o filet (rete a magliaquadrata eseguita con il modano e successivamente ricamata), la maglia ai ferri, l’uncinetto ma le due tecniche che più si sono sviluppate ed evolute nel tempo dando origine a tipologie diverse per decori e combinazione di punti, ottenendo i merletti più belli e complessi, sono i quelli ad ago e a tombolo.
Considerate le due tecniche più importanti, la trina ad ago equivale ad un ricamo senza il tessuto e quella al tombolo o fuselli alla tessitura senza il telaio. La prima è eseguita utilizzando un unico filo che con varianti sul punto di base (punto asola) riempie le varie campiture del disegno creando effetti di chiaroscuro e a mano a mano che il lavoro procede, si creano i collegamenti (barrette) ed eventuali effetti di rilievo. La trina ad ago richiede un disegno su cui lavorare e presuppone varie fasi di preparazione prima dell’esecuzione vera e propria del pizzo. La seconda ha anch’essa bisogno di un disegno che è appuntato al tombolo (sorta di cuscino che serve come supporto di appoggio per il lavoro e può avere forme diverse a seconda dei luoghi), dei fuselli (generalmente in legno, consentono di avere la scorta del filo e sono gli “attrezzi” che si maneggiano per eseguire l’intreccio che è quello base della tela da cui prende il nome) e degli spilli che servono a fissare sul disegno e sul tombolo il lavoro a mano a mano che si realizza. Il numero dei fili e quindi quello dei fuselli utilizzati, varia secondo il disegno da eseguire: da poche paia a centinaia.
I merletti, nati principalmente per guarnire abiti, biancheria personale e per la casa, nel corso dei secoli si evolvono e modificano distinguendosi, codificandosi, consolidandosi nelle varie tipologie e fornendo cospicue risorse economiche ai centri di produzione europei: la loro diffusione o il loro declino, seguono l’andamento storico, politico ed economico delle nazioni produttrici e ciclicamente si cerca di dare loro nuovo impulso adeguandoli alla moda e al gusto del momento. L’Italia è stata una delle nazioni che ha avuto grande importanza per la nascita e la produzione del merletto; attraverso cinque secoli dalla sua origine fino ad oggi, con “Milano”, “Genova”, “Venezia”, “Burano” s’identificano tipologie ben precise di merletto che nonostante il luogo di origine sono eseguite anche nelle altre regioni e in passato è stato uno dei pochi lavori che hanno consentito alle donne di avere un guadagno. In particolare nella seconda metà dell’Ottocento con la nascita dei movimenti per l’emancipazione femminile e dopo l’unità d’Italia con l’istituzione dell’educazione obbligatoria, vengono aperte su tutto il territorio scuole-laboratorio per fornire alle donne un mezzo di sostentamento e emancipazione attraverso l’istruzione e un lavoro che consente loro una vita più agevole rispetto al lavoro nei campi o in fabbrica. Molte di queste scuole-laboratorio non hanno avuto sviluppo nel tempo, mentre altre hanno dato nuovo impulso al merletto e ancora oggi, nonostante un periodo di quasi oblio negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, sono sopravvissute riprendendo e rivalutando il merletto tradizionale del luogo, oppure seguendo indirizzi innovativi che prevedono nuovi disegni e materiali (fili colorati, metallici, oro, argento) e soprattutto nuovi utilizzi (pannelli decorativi per arredo, gioielli, “sculture” tridimensionali).
La scuola di Forlì, che nasce nella seconda metà dell’Ottocento ed è una delle prime scuole pubbliche in Italia d’istruzione superiore femminile, si evolve e subisce modifiche arrivando agli anni Cinquanta come I.T.F “Giorgina Saffi”. La scuola forniva alle allieve la conoscenza di tutte le tecniche tradizionali ma con il valore aggiunto di nuove interpretazioni grazie allo studio del disegno specifico per il merletto, e non solo, trovando idee e elaborando progetti più consoni al gusto del periodo ed è questa la linea che l’Associazione Culturale “Fili e Spilli” segue da più di trentacinque anni non trascurando le bambine e coinvolgendole per mantenere questa tradizione.
Bruna Valentini, Lorella Simoncelli
Associazione Culturale “Fili e Spilli” Scuola di Merletto Forlì – Meldola
L’associazione culturale “Fili e Spilli” è nata con lo scopo di far riscoprire il merletto come artigianato di alto livello e per far sì che non se ne disperdano i valori. Si è costituita a seguito dell’interesse suscitato fin dal 1982 dall’iniziativa di Bruna Valentini e Lorella Simoncelli, di creare a Meldola (FC) una scuola di merletto nell’ambito del Centro Arte e Studio la “Rocca”.
Successivamente le fondatrici della scuola hanno dato vita anche a Forlì ad un gruppo affiatato di appassionate che prosegue e sviluppa le felici intuizioni delle insegnanti di trine e disegno dell’I.T.F. “Giorgina Saffi” di Forlì.
Progressivamente il merletto si è affinato: da gradevole decorativo prodotto artigianale, ha raggiunto livelli artistici traducendo in forme moderne sia capolavori del passato che progetti di artisti contemporanei.
La scuola in trentacinque anni di attività, oltre che nelle sedi di Meldola e Forlì ha portato le proprie esperienze anche a Roma, Rimini, Bologna, presso la Comunità di San Patrignano, in alcune scuole dell’obbligo e in vari corsi professionali.
In ambito locale ha organizzato mostre di lavori a merletto e ricamo delle proprie associate oltre a quelle di carattere storico. Le più significative sono: a Forlì presso la sala di palazzo Albertini nel 1986 “Proposta per il recupero di un’antica attività artigiana”, presso l’Oratorio di San Sebastiano nel 1993 “Il merletto nell’arte, l’arte del merletto a Forlì”, nel 1999 ha riproposto la mostra svoltasi in America “Pani e fili” (portata successivamente a Meldola presso il palazzo Briccolani); a Meldola presso la Chiesina dell’ex ospedale (ora sala “Luigi Michelacci”) nel 1986 la mostra a conclusione del corso biennale di formazione professionale per operatrici del merletto, nel 2002 “Passato presente” in occasione del 140° di Meldola Città, nel 2010 la rassegna “Fili e colori” che presentava, oltre a lavori di merletto e ricamo, anche manufatti con stampa manuale ruggine abbinata al ricamo. Ha inoltre realizzato, sia a Forlì che a Meldola, piccole rassegne a chiusura dell’attività annuale, in concomitanza di festività locali o in occasione della visita alla scuola di gruppi stranieri o italiani. Ha partecipato, su invito ad importanti rassegne nazionali ed estere: è stata presente fin dalla nascita a tutte le edizioni della Biennale Internazionale del Merletto di Sansepolcro (AR), ha partecipato alla mostra di opere ispirate alla Divina Commedia del Florence Gift Mart a Firenze, a Euroflora a Genova, alla Biennale del Merletto di Cantù, alla mostra collaterale del Ravenna Festival, a mostre dell’antiquariato di Forlì, “Piazza Italia” a New York, “Pani e Fili” a San Francisco, Los Angeles e Vancouver, Marche en Famenne in Belgio, quindi a Roma, Bolsena, Perugia, ottenendo premi e riconoscimenti.
Bruna Valentini si è diplomata ed ha successivamente conseguito la specializzazione in trine presso le scuole forlivesi I.T.F. “Giorgina Saffi” e la Sezione di Arte Applicata all’Arredamento dell’I.P.F. “Melozzo”; ha realizzato a fuselli e macramè due elementi che, fusi in bronzo, fanno parte del portale d’ingresso al Museo delle Tre Religioni Monoteiste di Bertinoro (FC). Nel 2006 alla Biennale di Sansepolcro le è stata assegnata la medaglia d’oro quale Riconoscimento Internazionale per la sua attività.
Lorella Simoncelli diplomata I.T.F. “Giorgina Saffi” di Forlì e Istituto Statale d’Arte di Riccione – Indirizzo Moda e Costume; ha conseguito la qualifica di Merlettaia e la specializzazione in Merletto in corsi professionali a Sansepolcro (AR); ha schedato e allestito mostre di paramenti e arredi liturgici; ha collaborato in più occasioni a iniziative con l’istituto d’arte di Sansepolcro sviluppando e realizzando merletti finalizzati alla moda e la sua attività è segnalata nell’Enciclopedia Treccani.
Nel 2008 hanno ricevuto dal Comune di Meldola una medaglia in riconoscimento del lavoro che da anni svolgono per mantenere una tradizione locale.
Assieme hanno fatto anche ricerca storica sulla presenza e sviluppo, nel nostro territorio, di queste attività pubblicando saggi e tenendo conferenze.

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